GENNAIO 2010
PREMIO ARTELAGUNA
invitato dal Premio Open 13
Sestiere racconta di una città senza centro e di solo perimetro, la città contemporanea.
In questa scultura frammenti di materiali sono tenuti assieme da bande metalliche che li radunano in gruppi di due diverse misure. I due gruppi più grandi sono memoria di un possibile accesso, un portale di ingresso, una soglia in realtà negata ma che mantiene un ruolo orientante rispetto alla pianta dell‘abitato. Il termine Sestiere indicava il limite estremo di un accampamento militare, modello di riferimento dei primi insediamenti abitativi che permettevano all’esercito di sostare per lungo tempo e di difendersi dagli attacchi di nemici. Un modello urbanistico di cui si sono perse le tracce nella città contemporanea se non per le sue parti più esterne. Le periferie si sono sostituite al centro fino a negarlo nella sua posizione e funzione. La scultura è impentrabile se non allo sguardo. Non individuando un nucleo centrale possiamo solo muoverci tangenti ad essa.
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