In quest’occasione il giovane artista presenta un’istallazione di un gruppo di lavori polimaterici nei quali si intravede una completa sintonia ottenuta grazie a un percorso di ricerca coerentemente condotta dall’autore fino ad oggi.
di Monica D’Emidio
Dell’ombra e della forma segna un punto di svolta nell’opera di Alberto Gianfreda; la ricerca dei lavori precedenti era volta alla compressione di forze e materiali, per cui persino la carta era capace di assumere le stesse caratteristiche di pesantezza tipiche del marmo e del ferro, mentre le opere presentate in questa personale vanno verso il superamento della staticità e la scoperta del vuoto nella forma in divenire.
di Mauro de Giosa
Caratterizzata da un interesse per la materia è la scultura del giovane artista lombardo Alberto Gianfreda che si può collocare nel solco della tradizione che vede le basi nel Costruttivismo russo di Tatlin e Rodčenko pervenendo a talune tensioni concettuali e a certi impianti di tipo costruttivo di Colla, Carrino, Spagnulo.
di Giancarlo Marchese
Dialogo con Giancarlo Marchese
L’ospite
“colui che accoglie ed è accolto”
Nelle opere di Gianfreda è chiara la ricerca sul valore semantico dei materiali al quale si aggiunge quello della forma.
L’accostamento dei ferro al marmo verde scuro alternando strisce di ferro coese ed attive che poggiano sulla pietra, quasi a scandire la supremazia e la tensione di un materiale forte, il quale diviene simbolico e quindi significante.
di Dobrila Denegri
Dal 2002 al 2008 ho collaborato con MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma in qualità di curatore indipendente e ora sono direttore artistico del Centro per l’Arte Contemporanea a Torun (Polonia). Sono anche direttore artistico di nKA / Ica – Associazione Culturale Indipendente a Belgrado (Serbia) che ha promosso per 10 anni “Real Presence” – uno dei più grandi workshop internazionali dedicati agli artisti emergenti.
Presentazione di Andrea Dall’Asta.
Mostra personale del 9 gennaio 2003.
La mostra di Alberto Gianfreda nasce come frammento di una più ampia elaborazione dal tema Ritorno a Itaca, inteso come indagine introspettiva, come racconto del proprio vissuto.
di Roberto Borghi
… la combinazione di elementi opposti, al fine di provocare un attrito semantico, un contrasto fecondo di significati, proposta da Alberto Gianfreda manifestano la possibilità di esplorare, attraverso la scultura, il versante sensuale del pensiero.
di Roberto Borghi
Nella scultura di Alberto Gianfreda avviene un processo specularmente opposto a quello messo in atto in una istallazione: i materiali, considerati nella loro neutralità espressiva, vengono accostati, intrecciati, disposti in modo tale da suscitare una reazione che li renda fecondi, li riporti al loro stato di materia. Scolpire diventa in tal modo un’azione preliminare alla trasformazione, un gesto teso a creare le condizioni in cui essa possa avvenire, le strutture nelle quali l’energia scaturita dalla reazione possa essere canalizzata e resa fruibile. Gianfreda opta per una sorta di scultura preventiva….
di Giorgio Bonomi
Hugo von Hofmannsthal, ne Il libro degli Amici, diceva che: “La profondità va nascosta. Dove? Alla superficie”. Concetto che si può efficacemente applicare alla scultura di Gianfreda, sulla quale potremmo anche dire, con altrettanta validità e trasformando un po’ il concetto del grande scrittore viennese, che “la complessità va cercata. Dove? Nella semplicità”.
di Matteo Galbiati, Maggio 2010
Oggi essere scultori significa, soprattutto se si è giovani artisti, prestare fede incondizionata ad una vocazione che nel costante esercizio e nel superamento di ogni difficoltà legata a questa pratica – che pure passa attraverso l’impegno di risorse e lo sforzo fisico – si pone comunque al di fuori dalle tendenze attuali o dalle mode artistiche.